martedì 14 agosto 2012

Dino, il dono

Stamani, martedì 14 agosto, sono stato al funerale di Dino Barassi, 64 anni, morto troppo giovane. Dino, un dono, ha detto fra l'altro don Pino Tagliaferri, che ha celebrato le esequie nella chiesa dei santi Pietro e Paolo in Biumo Inferiore, la mia chiesa per tanti anni. Ho conosciuto bene Dino per un mese. Siamo agli inizi degli anni Settanta, devo guadagnarmi i soldi per le vacanze estive con la comunità Shalom e allora mi offro come garzone a Dino, che proprio in quei mesi si era messo in proprio come elettricista. Aveva acquistato un capannone dalle parti del Lazzaretto, di quel mese ricordo il caldo, la fatica perché in pratica ho imbiancato tutto il capannone. E naturalmente ricordo Dino: una roccia, un gran lavoratore, non era uno che curava i particolari ma ci sapeva fare, andava d'impeto. Poi ricordo i suoi lavori in oratorio a Biumo, soprattutto quando abbiamo messo i fari nuovi sul campo di basket. Anche lì: un toro, una gran forza e quasi sempre ottimismo e un bel sorriso. Poi, in questi ultimi trent'anni, l'avrò visto sì e no due o tre volte. Sempre lui, il Barassi di allora, che non ho mai più dimenticato

4 commenti:

Marzio ha detto...

All'oratorio era "Il Barassi".
Tutti noi che ora abbiamo 40 anni non possiamo non ricordarcelo! Erano i tempi della spensieratezza totale, di partitelle al pallone improvvisate e interminabili, del bicchiere di spuma al baretto coi soldini contati, delle bici da cross coi molleggi e di tanti capelli. "Il Barassi" lo trovavi sempre in giro a fare qualcosa, occhiali da vista e tuta da ginnastica, un gigante buono, spiccio e diretto, allegro e sempre attivo.
Ciao Barassi!

carlo ha detto...

già, il barassi...il mitico barassi!

Mauro Leonardi ha detto...

Grazie Presidente per la sua lealtà e onesta'.
Ciao Leo

Davide Perego ha detto...

Oltre a tutto quanto viene attribuito al Sig. Barassi c'è qualcosa di altrettanto importante che gli va concesso: quello di aver creduto che fosse possibile creare dal nulla un centro sportivo per scuola calcio ed attività giovanile in una Varese avara di impianti nonostante sia famosa per essere città di sport. In questo progetto ha creduto e per questo ha lottato nonostante gli ostacoli che la burocrazia comunale non ha evitato. Si è sempre rimboccato le maniche e con le (sue) mani ha lavorato per 365 giorni all'anno. Oggi - sulle macerie - di un vecchio campo abbandonato e custodito a gettone - è nata una struttura, la più bella ed efficiente della città, che resta inimitata e al momento unica. Aveva capito 30 anni fa che l'unico modo per avere strutture che funzionassero almeno decentemente era quella di affidarla alle società. A differenza di altri che avevano tentato di seguirlo, il Sig. Barassi ha saputo dimostrare una capacità imprenditoriale capace di superare qualsiasi ostacolo. La proprietà - ovvero il Comune - non dovrebbe mai smettere di ringraziarlo. Invece, sorniona ed impegnata a litigare ed a sperperare risorse per strutture e manifestazione che "portano voti" nemmeno si ricorda di cosa è nato in località Bustecche dai resti di un campo abbandonato. Mi piace scrivere queste cose perché nonostante le belle parole di chi è pagato per amministrare, gli esempi di amministrazione vincente, sincera e concreta, arrivano sempre da chi ha voglia di darsi da fare per coltivare e realizzare la propria idea. Credo che la città tutta o almeno quella sportiva debba ringraziare il Sig. Barassi per quello che ha fatto.